Foresta a Venezia, un messaggio tra terra e cielo

Foresta a Venezia, un messaggio tra terra e cielo

 

In occasione del 2025 che celebra Venezia capitale mondiale della sostenibilità, venerdì 23 maggio si è tenuto presso il museo e palazzo della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, il primo simposio internazionale “Foresta a Venezia” progetto di sostenibilità del pianeta dalla ricerca spaziale.

Il convegno, oltre ai saluti delle varie autorità locali e regionali, ha visto la partecipazione di numerosi esperti di varie università italiane e straniere, enti e fondazioni, ha avuto lo scopo di fare il punto sul futuro del pianeta visto da note Agenzie, Università, scienziati internazionali presenti (NASA, Earth DNA, MIT Boston, università Arizona, Fondazione Venezia capitale mondiale sostenibilità,G20, UNESCO, Cineca, Dainese Group). Al convegno, coordinato da Laura Villani e Piero Pellegrini, rispettivamente presidente e vice del Comitato Foresta a Venezia, hanno portato il loro contributo personaggi di fama internazionale come l’astronauta Paolo Nespoli, Guillermo Trotti, presidente di Earth DNA e Dava Newmann, direttrice del MIT Media Lab della NASA.

Tra i tanti relatori presenti è intervenuto anche Sergio Guidi, presidente dell’associazione Patriarchi della Natura che ha voluto lanciare proprio da Venezia un segnale d’allarme per la perdita di biodiversità e dei grandi alberi che sono strategici per il nostro futuro. Gli alberi sono le armature della Terra e i patriarchi verdi sorreggono l’equilibrio del nostro ecosistema; sono pilastri fondamentali per il pianeta e per la nostra stessa sopravvivenza. Non possiamo permetterci di perderli, specialmente se vogliamo contrastare efficacemente i cambiamenti climatici. Il messaggio è stato recepito anche dagli scienziati della Nasa che stanno studiando proprio quali piante potranno meglio adattarsi per essere portate nello spazio.

Nel pomeriggio è stato messo a dimora nel giardino della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista l’olivo del Crisma, donato dall’associazione Patriarchi della Natura, caratterizzato dalle olive bianche come la neve. Il giovane olivo piantato è stato riprodotto da una pianta monumentale che viveva in Calabria dalla quale i monaci basiliani ricavavano l’olio santo destinato alla cresima e all’estrema unzione. Questo è il primo degli alberi patriarcali che andranno a popolare i principali giardini monumentali di Venezia, formando così un itinerario nella città alla scoperta dei giardini storici più significativi di Venezia. L’auspicio è che i numerosi visitatori che giungono in questa città unica al mondo possano cogliere tra le tante bellezze storiche e architettoniche anche l’importanza di salvare dall’estinzione i grandi alberi del passato che sono il nostro futuro e si attivino per contribuire a salvare i patriarchi arborei dei loro paesi.