IL GIARDINO DEI PATRIARCHI A RISCHIO

Il Giardino dei Patriarchi a rischio

Vittorio Emiliani

 

Il Giardino dei Patriarchi realizzato nel 2013 ai piedi della Villa dei Quintili, nel Parco Archeologico dell’Appia Antica, è a rischio di scomparire nella difficoltà di assicurarne una adeguata manutenzione. Ed è un peccato perché si tratta di un’opera veramente unica nel suo genere. Mobilitiamoci!

L’instancabile esploratore dei Patriarchi Sergio Guidi, mio concittadino di Predappio, agronomo ed esperto di biodiversità, responsabile presso Arpae Emilia e Romagna, ha ideato e curato la prima rete in Italia dei Frutteti della Biodiversità e prosegue nel censimento degli alberi da frutto più che pluridecennali. A Roma ai piedi della splendida Villa dei Quintili presso la Via Appia Nuova Segio Guidi aveva creato lo splendido Giardino della Unità d’Italia, inaugurato nel 2013, con l’entusiastica collaborazione dell’allora Direttrice dell’Appia Antica Rita Paris e — perché non dirlo? — con la partecipazione di chi scrive. Con un progetto dell’arch. Massimo De Vico era stato realizzato un Giardino del Patriarchi, composto da venti gemelli di alberi da frutto secolari che rappresentano tutte le regioni del Belpaese, disposti in modo da disegnare la Penisola e le isole maggiori, dal Pero di Brusson della Val d’Aosta alla Vite siciliana di Corinto, o all’Ogliastro di Luras in Sardegna, il più antico di tutti, di 3800 anni, dando vita al solo Giardino dell’Unità d’Italia. In mezzo ai filari erano state piantate guide di arbusti antichi come l’Agnocasto il cui infuso serviva a sedare gli ardori sessuali di laici e religiosi in specie delle monache.

Ai piedi della maestosa Villa dei Quintili si è voluta sottolineare, con questo giardino, la diversità estetica e vegetazionale dei nostri paesaggi, naturali e agrari, montani e pianeggianti, interni e marini, nordici e mediterranei. Purtroppo non si è riusciti ad assicurare una adeguata manutenzione al Giardino, in particolare alle corsie di arbusti che passano in mezzo ai filari di Patriarchi ormai quasi tutti molto cresciuti e in piena produzione che appaiono abbandonate e inselvatichite. Il nuovo Direttore Simone Quilici sta progettando tutt’altra cosa e al nostro sconforto si aggiunge giustamente quello di Rita Paris che tanto ha fatto per l’Appia Antica. Come gruppo di pressione dobbiamo fare qualcosa ma presso chi con un Ministero definanziato rispetto a quelli di tutta Europa e che impegna le risorse in iniziative più che discutibili come la trasformazione del Colosseo in luogo di spettacolo?

Ora però si ripropone pressante il problema centrale del ripristino e della costante manutenzione del Giardino che il Parco non sembra in grado di affrontare e assicurare ed è un peccato perché si tratta di un’opera veramente unica nel suo genere. La mancanza di manutenzione, infatti, ha causato la morte di alcune piante come il ciliegio di Besana, la vite di Corinto che non sono state sostituite. Gli arbusti che formano le siepi divisorie ormai hanno invaso il passaggio per mancanza di potature. La segnaletica è obsoleta. Sorprende che, in un periodo in cui tutti i grandi della terra (Papa Francesco, Carlo Petrini, Stefano Mancuso per citarne alcuni) sostengono che è fondamentale piantare  alberi per combattere i cambiamenti climatici, questo giardino unico, che conserva i gemelli delle piante più longeve e rustiche d’Italia, capaci di affrontare il futuro, sia lasciato in totale abbandono.

Propagare e diffondere gli alberi secolari e millenari d’Italia prima che scompaiano, archiviare la genetica dei patriarchi arborei nelle “biblioteche viventi” per il futuro, come il Giardino dei Patriarchi dei Quintili e i giardini della biodiversità realizzati dall’associazione Patriarchi della Natura, sarebbe un gesto di grande responsabilità verso le prossime generazioni. Sarebbe inoltre auspicabile che la banca genetica dei Patriarchi trovasse un’adeguata collocazione definitiva, magari in un progetto di ampio respiro, se vogliamo conservare i geni di questi alberi straordinari che rischiano di essere perduti per sempre; e invece nulla si muove per cui dobbiamo prevedere un futuro molto difficile.

Anche a nome dell’instancabile Sergio Guidi e dei suoi collaboratori rivolgo un appello a enti e associazioni affinché quest’opera unica per Roma possa trovare le forze per una sua dignitosa rinascita.

 

LINK ALL'ARTICOLO https://emergenzacultura.org/2022/08/28/il-giardino-dei-patriarchi-a-rischio/