PRESENTAZIONE DEL VOLUME

A Bookcity l’intelligenza degli alberi più antichi d’Italia: dal passato le risposte per il nostro futuro 

Nell’appuntamento promosso da Fondazione Bracco con Stefano Mancuso, biologo vegetale di fama mondiale, il Ministero dell’Ambiente e i protagonisti del libro

“Alberi straordinari d’Italia”, edito da Pearson, l’opportunità di riflettere su natura e strategie evolutive dei campioni della longevità.

Milano,04/11/2019 - Nell’ambito del palinsesto di Bookcity, venerdì 15 novembre alle ore 10 a Milano, si terrà l’incontro “Quelle meraviglie che si chiamano alberi”, che pone al centro la popolazione vegetale più longeva del nostro Paese. In Italia, da Nord a Sud, vivono alberi ultrasecolari, testimoni di cambiamenti storici e ambientali. Le piante hanno una personalità, sono dotate di intelligenza, apprendimento e memoria. Insieme a Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama mondiale curatore de La Nazione delle piante, un incontro sui nostri più antichi e illustri Patriarchi, raccontati nel volume fotografico “Alberi straordinari d’Italia” a cura dell’Associazione Patriarchi della Natura in Italia, edito da Pearson, con il sostegno di Fondazione Bracco.

Di fronte all’emergenza ambientale che minaccia il futuro del nostro pianeta, è diventato cruciale riconoscere e comprendere impatto e ricchezza delle altre forme di vita, prima di tutto le piante, da cui dipende la sopravvivenza dell’essere umano. Il volume “Alberi straordinari d’Italia” condensa trent'anni di ricerche dell'Associazione Patriarchi della Natura in Italia che hanno portato al censimento nel nostro paese di circa 13.000 alberi secolari, plurisecolari, millenari. L’obiettivo è la tutela del patrimonio ambientale e culturale del territorio attraverso una chiave di lettura originale, i patriarchi arborei, quali testimoni dello stato di salute del pianeta, della conservazione della biodiversità, della bellezza del paesaggio e della valorizzazione della civiltà rurale italiana.

Intervengono all’incontro, oltre agli autori: Gemma Bracco, Vice Presidente Fondazione Bracco, Stefano Mancuso, Neurobiologo vegetale e curatore de La Nazione delle Piante, Massimiliano Atelli, Magistrato, Presidente Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente e Donatella Stergar, Coordinatrice del progetto “MuBAJ Museo Botanico Aurelia Josz” del Comune di Milano.

Incontro “Quelle meraviglie che si chiamano alberi”

Venerdì 15 novembre dalle ore 10.00 alle 12.00

Teatrino di Palazzo Visconti, via Cino del Duca 8

Per iscriversi: https://bit.ly/32zbS18

Per informazioni:

Ufficio Stampa Fondazione Bracco: Micaela Colamasi | micaela.colamasi@bracco.com | 02 21772966 - 348 2314362

 

Ufficio Stampa Pearson:

Elena Grossi – elena.grossi@pearson.com | 347.9922652
Lea Moro – lea.moro@pearson.com | 02.74823435

 

Ufficio Stampa Associazione Patriarchi della Natura: Sergio Guidi info@patriarchinatura.it | 348 7334726

Breve introduzione al libro “Alberi Straordinari d’Italia”

Nelle prime pagine del libro Sergio Guidi e Andrea Gulminelli illustrano gli alberi “monumentali"; Vittorio Emiliani racconta "Il paesaggio agrario italiano" con una sintesi su mito e storia degli alberi dal periodo arcaico ai giorni nostri.

Sempre Guidi affronta il tema della "Archeobotanica, Etnobotanica e geografia botanica" e illustra il suo saggio "Le piante del passato per il nostro futuro" in cui descrive la riuscita sperimentazione di numerosi giardini (Milano al museo botanico, Bologna, Reggio Emilia, Cesenatico, Ferrara, Fico Bologna, Venafro, Roma a Villa dei Quintili) creati coi "gemelli" dei Patriarchi, piante decisamente rustiche dimostratesi quanto mai resistenti alle patologie e ai mutamenti climatici.

Infine, Domenico Plauto Battaglia tratta un tema singolare, il rapporto degli alberi con la luce.

Successivamente, si susseguono, per gruppo di Regioni, schede di Patriarchi, illustrate da splendide fotografie: dalla magnifica Roverella di Molino Rotato in Liguria al bel Tiglio aostano di Sant'Orso, al Castagno piemontese di Bioglio per passare al sontuoso Loto di Maleo, in Lombardia, al millenario Castagno detto di Annibale al Brallo nell'Oltrepò pavese, al Platano dei Cento Bersaglieri di Caprino Veronese, al monumentale Cipresso di San Francesco a Verucchio in Romagna, al plurisecolare Noce dei Trocchi in Umbria, all'imponente Ulivò di Palombara Sabina, all'immenso Albero di Giuda sul Palatino, all'altro olivo storico (800 anni) di Venafro in Molise, alla bicentenaria vite di Taurasi nell'Avellinese, al Mandorlo pugliese di Coppa Cicuta, ai singolarissimi Pini Loricati di Serra Crispo in Basilicata, al Platano gigantesco di Sant'Elia a Curinga (Catanzaro), al mitico Castagno dei 100 cavalli nel catanese, al più antico di tutti, l'Olivastro di Luras, presso Tempio Pausania, detto S'Ozzastru, di quasi 4000 anni.

Veri e propri Santuari del Verde e grandi alleati per affrontare i cambiamenti climatici.