IL GIARDINO DEI PATRIARCHI DELL’UNITA’ D’ITALIA

Il progetto del Giardino dei Patriarchi, unico nel suo genere, è una piccola banca genetica dove si conserva il dna di alcune delle piante più rustiche e longeve d’Italia. Esso è stato reso possibile grazie alla collaborazione fra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Arpae Emilia-Romagna, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’Associazione Patriarchi della Natura in Italia, il Comitato per la Bellezza e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

Il Giardino è stato realizzato, va sottolineato, con l’adesione del Presidente della Repubblica. Per la Soprintendenza per i Beni archeologici ha operato la direttrice dell’Appia Antica, Rita Paris coi suoi collaboratori, per l’Associazione Patriarchi, il presidente Sergio Guidi, e per il Comitato per la Bellezza, Vittorio Emiliani.

A Roma, presso la Villa dei Quintili, in via Appia Nuova n. 1092, dove 2000 anni fa veniva costruita una delle ville più sontuose del sub urbio romano, oggi cresce questo giardino davvero speciale, dove sono stati messi a dimora i “gemelli” degli alberi monumentali più significativi di tutte le regioni d’Italia. Venti Patriarchi, uno per regione o provincia autonoma.

L’Associazione Nazionale Patriarchi d’Italia, nata in Emilia-Romagna, ha sede a Forlì ed ha già realizzato il censimento dei Patriarchi della Provincia di Roma, con scoperte molto importanti per un totale di oltre 600 alberi monumentali censiti. Essa ha costituito a Forlì, e questo è uno dei dati più significativi, una nursery con talee dei patriarchi più significativi sin qui censiti, alcuni dei quali scomparsi nel frattempo per decrepitezza. Tale materiale genetico è servito per creare il Giardino dei Patriarchi d’Italia.

Nel 2012 è iniziata la progettazione curata dall’architetto Massimo de Vico Fallani sull’idea dell’Associazione Patriarchi di ricreare la forma dell’Italia con la messa a dimora del gemello dell’albero più significativo per ogni regione. Il giardino, inaugurato nel 2013, oltre ai vialetti per i camminamenti, è stato arricchito da siepi divisorie, fra un vialetto e l’altro, e sono costituite da essenze arbustive autoctone come: alaterno, ginestra odorosa, ginestra dei carbonai, scotano, agno casto, sanguinello, frangola ed altre essenze.